Nell’ambito del progetto Alternanza scuola/lavoro,che prevede la formazione di  giovani “accompagnatori archeologici”,  gli studenti della terza C del Liceo Scientifico hanno vissuto un’intensa giornata ritornando indietro nel tempo di circa 4.000 anni .               

                             

        Sotto la guida esperta della dott.ssa Colomba Di Pasquali, archeologa della locale sezione dei “Sicani del Monte Saraceno”, insieme al docente tutor del progetto Prof. G.  Valenza, al presidente e ad alcuni soci del sodalizio, i provetti accompagnatori archeologici hanno verificato le competenze acquisite, nella visita al sito archeologico “Muculufa”.

      L’area, prospiciente al monte Drasi fu passaggio obbligato nei millenni, ma anche nei secoli, addietro di quanti provenienti  dal sud del  mar Mediterraneo vollero, percorrendo la via fluviale del Salso, addentrarsi al centro dell’isola. E’ in questa vasta zona che nel 2.000 a.c. circa si stanziò un nucleo di Sicani e che ancora oggi per certi versi ne costituisce un mistero. La presenza dello sviluppo di Muculufa come centro abitato sicano è testimoniato sia fonti storiche, Tucidide e Diodoro Siculo insieme ad altri storici ne approfondiscono  l’argomento, che da reperti materiali, disseminati in una vasta area.

     

 

 

 

 

Spinti dalla “meraviglia”, gli studenti, che giorni prima avevano assistito alle lezioni in aula, hanno avuto modo di conoscere la storia e l’architettura dell’abitato, in una full immersion durata un’intera giornata tra grotte e spuntoni calcarei circondati da una vegetazione rigogliosa. Di forte impatto visivo la necropoli scavata lungo una criniera rocciosa, caratterizzata da tombe a grotticella artificiale – castellucciane- che sovrasta il villaggio.

 
    Gli studenti hanno visitato i ruderi di quello che fu  il “Santuario di Muculufa”. Il santuario rivestì un ruolo fondamentale per le cerimonie del tempo non solo per l’abitato, ma rappresentò altresì un centro di aggregazione per i villaggi castellucciani circostanti. Le cerimonie dovevano essere sontuose e affollate visto l’enorme numero di reperti, vasellame e ossa carbonizzate, risultato di pasti consumati.

        

 

 

 

 

 

 

       Non è mancato anche per noi  il momento conviviale: un vero e proprio pranzo sicano è stato consumato all’interno della “Grotta del cavallo” dove, tra lo stupore degli alunni, i cuochi dell’associazione avevano imbandito una tavola di tutto punto e messo già la carne sulla brace. La “Grotta del cavallo” è un vero e proprio antro caratterizzato da due sfiatatoi che permettono una buona areazione e il deflusso del fumo delle braci, allora sempre accese. Di grandi dimensioni può ospitare comodamente una quarantina di persone.

           

 

 

 

 

     

       A fine giornata, sfiniti ma soddisfatti per avere scoperto e conosciuto un posto talmente  bello e nello stesso tempo interessante tanto da farci innamorare nello studio di una popolazione così lontana nel tempo ma così prossima a noi Sicani del terzo millennio.

       Un ringraziamento particolare va al presidente dell’associazione “Sicani del Monte Saraceno” Tonino Licata e al gruppo di collaboratori che ci hanno guidati con professionalità e perizia in un difficile percorso naturalistico. L’inizio di una collaborazione che mi auguro possa proseguire negli anni a venire.

 

Prof. Giovani Enrico Valenza